IL TEMPO DEL VAIOLO, in AAVV L’orrore della guerra. Racconti estremi di autori italiani
Datanews 2003

Dalla quarta di copertina : “Storie estreme, drammatiche, d’azione, horror o fantastiche, tutte imperniate sulle tragedie della guerra. Vittime, carnefici, soldati, sono i protagonisti di queste storie […] un contributo della narrativa alla riflessione sui disastri e i pericoli che ossessionano il mondo dei nostri anni”.

Testi di Alda Teodorani, Ivo Scanner, Valerio Evangelistei, Marco Minicangeli, Nicola Lombardi, Federica Cresci, Marco Scaldini, Emanuela Zini, Rosanna Mitolo, Elisabeth Donatello, Gianluca CIcinelli, Aldo Musci, Marco Vallarino, Pino Blasone, Enrico Euli, Tiziana Colusso, Francesco Giordani, Antonio Veneziani

in questa antologia, Tiziana Colusso ha pubblicato il testo teatrale IL TEMPO DEL VAIOLO. Il testo è stato presentato al Teatro Vascello nel dicembre 2002, in una lettura scenica a più voci, nel contesto dell’evento collettivo “Scrittori per la pace”. È stato successivamente pubblicato nel volume AAVV L’orrore della guerra, Datanews edizioni, Roma 2003.

La cosa particolare di questo testo è che, con diciotto anni di anticipo rispetto al Covid-19 contiene la descrizione di una “Roma devastata dall’epidemia di vaiolo”, con evocazioni di guerra biologica e avide industrie farmaceutiche. Questa la didascalia iniziale del testo stampato: “Un bordello con le finestre sprangate, senza alcuna comunicazione con l’esterno, è diventato l’estremo luogo di riparo, una zona franca di “intoccati” tra gli intoccabili di una Roma devastata dall’epidemia di vaiolo. L’epidemia – provocata inizialmente da un’offensiva del terrorismo biologico e aggravata poi dall’avidità delle industrie farmaceutiche che rifiutano la cessione dei brevetti sui vaccini – è stata il punto d’avvio del disfacimento fisico e morale della città “eterna”, immersa ormai in un medioevo senza ritorno”. Una sorta di profezia…

Il personaggio cardine della storia è Andrea, peculiare figura androgina, che gira avvolta di un ampio mantello, avventurandosi nelle pieghe della città infetta, protetta dalla paura e dal contagio sia fisico che morale dalla sua personalità irriducibile a qualsiasi compromesso, a qualsiasi ruolo stabilito da altri. Andrea è in qualche modo simile a “la salamandra” evocata da Ingeborg Bachmann in una delle sue intense poesie, intitolata “Spiegami, amore”: “Vedo la salamandra/guizzare attraverso tutti i fuochi. / Non la incalza alcun fremito, e non prova/nessun dolore.”

 

 

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