2020 settembre
IL PRECIPIZIO Teatro delle voci per Donatella e Rosaria (EscaMontage)

Uno sguardo inedito su un fatto di cronaca che tutti ricordano e su cui molti si sono esercitati a ricostruire e immaginare. Sull’episodio sono stati pubblicati negli anni un paio di libri-inchiesta, dei saggi, un romanzo noir,  sono state realizzate alcune performances e pare che sia in preparazione qualcosa per la tv. Segno che, dopo quarantacinque anni, il massacro del Circeo, perpetrato da tre rampolli  dell’alta borghesia romana appartenenti alla destra eversiva degli anni 70,  ci interroga ancora, e induce a riflessioni che coinvolgono etica, politica, devianza psico-patologica, rapporti di classe oltre che rapporti uomo-donna, proprio negli anni dell’esplosione del movimento femminista. È un  “fattaccio brutto” ma soprattutto uno “gnommero” gaddiano, un gomitolo di cause e concause, una rete che di nodo in nodo si fa larga a catturare le storie individuali e collettive.  L’urgenza per l’autrice di cimentarsi con questo evento cupo – che per decenni era rimasto come una lacerazione muta della sua adolescenza –   è nata durante un lungo soggiorno al Circeo, in occasione dell’iniziativa “Residenza delle Narrazioni. Il mare di Circe”. E proprio Circe, assunta come Maga, Pharmakis, terribile e  materna a un tempo, diventa il motore narrativo di questa scrittura teatrale sui generis, che non si regge su dialoghi ma su voci ieratiche e assolute: quella di Circe, quella di Donatella (la sopravvissuta), quella della Narratrice (l’ex -adolescente degli anni 70) e altre voci , che compongono una polifonia del dolore e della trasformazione del dolore. Su tutto incombe la presenza del  “Precipizio del Circeo”, come viene chiamata quella parte del monte Circeo crollata in mare in tempi remoti e che lì rimane come una premonizione di ogni altro precipizio.