Mi è capitato di scrivere testi che definirei “volontaristici”, che nascono da occasioni esterne o da tematiche sulle quali mi sembra importante intervenire, in genere sono pubblicati in antologie, blog e riviste. Questo volume è composto invece per la maggior parte da poesia che accade, quando e come vuole [«accade la poesia per pieni /e vuoti in bilico tra tecnica / e magia – téchne candomblé»] senza che io possa decidere di resistere all’impulso o al contrario di prolungarlo. Tuttavia, questa scrittura che accade non è in nessun modo un veicolo oracolare. Chi ha bisogno di Vati e Pizie? Semplicemente, chi scrive riesce a volte a porsi nel suo centro energetico essenziale, a trasmettere questa energia vibrante alla parola e magari – sarebbe un grande onore – a chi legge. Il respiro di ogni lettore può aggiungere un mondo: i dieci mondi della pratica buddista, gli infiniti mondi possibili o il nostro fenomenico mondo quotidiano. [dalla quarta di copertina]
LA SCHEDA DEL VOLUME SUL SITO DELLE EDIZIONI LA VITA FELICE
https://www.lavitafelice.it/scheda-libro/tiziana-colusso/ogni-respiro-un-mondo-9788877990408-618668.html
NOTE DI LETTURA, OPINIONI E RECENSIONI
INDICE degli interventi critici in ordine cronologico :
NINA MAROCCOLO (dicembre 2022, lettera all’autrice)
ROSA PIERNO (dicembre 2022, blog TRASVERSALE)
AMANDA CARLONI (dicembre 2022, lettera all’autrice)
MARGHERITA PARRELLI (gennaio 2022, lettera all’autrice)
ANNAMARIA FERRAMOSCA (febbraio 2022, rivista NUOVA EUTERPE)
MARCO PALLADINI (marzo 2023, L’AGE D’OR, Diario d’autore)
testi critici:
NINA MAROCCOLO (artista, scrittrice, autrice dell’opera riprodotta sulla copertina del volume) : È un lavoro bellissimo ed essenziale quest’ultimo libro di Tiziana. Ho provato gioia nel leggerlo, è così rarefatto, sonoro, ne ho subito riconosciuto una partitura per respiro e voce. So riconoscerli questi particolari componimenti, dove la parola non viene perduta ma esaltata da altre visioni e urgenze espressive. La parola che canta ama il sublime nei versi, responsabile della loro tenuta fonetica (e innalzando il valore dei temi affrontati). Secondo il mio sentire, questo capovolgimento – prima la resa sonora poi il contenuto – crea uno spazio necessario per respirare/pausare, visto che la poesia è di questo che ha bisogno: libertà. Libertà nel desiderare alture impalpabili (e concrete allo stesso tempo), dove respirarSi significhi conoscerSi. RiconoscerSi. Riconoscere l’altro e il suo respiro. Amarsi e amare. Lassù come quaggiù, in terra madre.Questo andare oltre è un’esperienza meravigliosa. Forse non dico niente di nuovo, ci sono già stati padri e madri, nella letteratura e nella musica, che hanno superbamente affrontato la poesia e la prosa in chiave musicale, linguistico/sperimentale, penso a Cage come a Pizzuto. Suonare i versi con la voce. O dissacrarli. Ma non è questo il caso di Tiziana, che nel nuovo libro aspira a un’armonia individuale e universale. Mi sento come lei, perché non so disgiungere il mio cuore dal palpito stellare e cosmico. Per me, le partiture moderne, vanno sempre più sottraendosi al rigore dei segni. È una realtà. Ciò accade tra lo spaesamento della materia. Illuminante Tiziana… Ho condiviso con te una bella avventura. Sono felice dell’incontro profondo dei nostri respiri. Sono felice dei nostri mantra.
ROSA PIERNO (scrittrice, filosofa, critica, artista) – Blog TRASVERSALE, un percorso tra le arti. Recensione al volume (28 dicembre 2022)
Se l’atto della respirazione consapevole batte un ritmo, la musica è inevitabilmente convitata al banchetto. Dal respiro, la musica. Nella musica, il respiro. Il “canto gregoriano, rigenerante / come un mantra sacro, un respiro, / un ristoro, zona ombrosa vibrante”. L’esperienza stessa si presenta come imbibita dalla musica, è da essa inseparabile, se ci si lascia attraversare del respiro: “apro-chiudo l’organetto del respiro / a partiture melanconiche”. La presenza della musica si rivela continuamente nel tessuto poetico del libro di Tiziana Colusso Ogni respiro un mondo per la presenza di vocaboli ad essa relativi: “il canto visibile della cinciarella / sul pentagramma cristallino del gelo”. Grazie a questa splendida sostituzione dell’ascoltabile col visibile si apre una nuova dimensione. Non si tratta di una semplice sinestesia, in quanto non è che un senso richiami semplicemente l’altro; è piuttosto un passaggio dalla sfera mentale a quella fisica. Si presenzia qualcosa che è nella mente. Si rende visibile, nella natura, il mentale. Potere della mente di trasformare il mondo. Troppo spesso dimentichiamo che ciò che vediamo è un nostro prodotto cerebrale (colori, suoni, tempo, spazio). Ma soprattutto “pochi hanno preso quella via / i più hanno fumato fameliche / sigarette a latere della mascherina / bandendo l’ossigeno / dall’orizzonte del mondo”, senza rendersi conto di nulla.
Il respiro come onda: ogni atto di inspirazione come mondo possibile che si apre, svolgendosi nella mente e subito dopo riavvolgendosi. Siamo all’interno di una pratica, quella del Tai Chi Qi Gong che Tiziana Colusso esercita da decenni: via di trasformazione filosofica e spirituale che non resta ancorata al solo trascendente, cercando di affermare insieme fisico e spirituale. Tuttavia, in Colusso, è la poesia che assume in pieno il carico di trasformare in parola l’esperienza prodottasi attraverso la pratica meditativa. Ed è una parola che palesandosi coscientemente, libera. Ha il potere di recuperare dalla memoria percezioni e ricordi impalpabili e di collegarli al mondo non come suoi minuscoli frammenti, ma come parti che stanno per il tutto. In codesta sineddoche, si attua una continuità che si produce ritmicamente, con un suo ritmo di avvicinamento e allontanamento. Le onde della risacca depositano sulla battigia cose il cui recupero consente una ricostruzione identitaria, la propria collocazione nel mondo fluido e fluttuante degli eventi. Partecipare al tutto attraverso la propria esistenza non consentirà di sentirsi quale essere inutile e privo di senso dinanzi all’universo, ma sua parte integrante e insostituibile. Necessaria. Ogni oggetto, ogni elemento, attraverso il respiro, trova il suo posto nel mondo. E nel respiro seguente si amplia e si arricchisce. Ecco il motivo per il quale Tiziana Colusso scrive che la sua speranza è che anche il lettore trovi, attraverso la lettura, l’apertura verso altri mondi, possibili e innumerevoli. L’apertura della mente è essenzialmente un non limitarsi a ciò che si vede o si tocca, ma un lasciarsi attraversare da ciò che non si riesce nemmeno a immaginare.
In questo senso, è bene non farsi imbrigliare dai concetti e stritolare dalla loro limitata operabilità. Maggiormente utile sarebbe accettare il paradosso, lasciare agire l’integrazione tra pieno e vuoto, lasciandosi percorrere dalla loro interazione. O, più precisamente, percorrendoli senza porre limiti:
VI ( dalla sezione Pastora di Parole)
vuoto / non vuoto
Immoto luogo
lago in cui sprofonda
quasi senz’onda
ogni falso movimento
ogni vacuo accento
Si noti anche la cura con la quale Colusso gestisce le spaziature, quasi per delineare una struttura in cui il vuoto trovi la sua collocazione e non sia sopraffatto dalla pienezza, con un richiamo alle operazioni mallarmeane.
Tutta la raccolta Ogni respiro un mondo si configura come volontaria perdita dei riferimenti consueti e come ricerca di altre pietre su cui poggiare il piede e attraversare il guado. È sufficiente che un guasto interrompa, ad esempio, il flusso dell’energia elettrica e che il corpo si ritrovi proiettato in una dimensione psichica diversa: una nuova porta, in tal modo, si apre e si scorgono “consonanze / alleanze mute”. Colusso non rinuncia mai all’immanenza, ne cerca anzi tutti i possibili appigli per proiettarsi mentalmente in altre dimensioni. È proprio in tale interconnessione, sempre più ricca, sempre più fluente, che si può individuare un nuovo modo di vivere: “nel qui e ora / d’un oltretempo senza mappe”.
È un gioco di equilibrio, mantenersi ritti nell’impermanenza che travolge “sfarinando in nulla i totem / delle realtà credute eterne”. È necessario imparare a leggere i ricami sul vuoto e la “sottile strategia del giunco”. Il tempo va afferrato attraverso tutte le sue definizioni: tempo riavvolgibile, tempo elastico, tempo perduto, tempo mai del tutto perso. E ciò naturalmente riguarda anche lo spazio, fino a coinvolgere persino la propria identità: “cortocircuiti tra non essere ancora / e già non più “.
Splendido quel fotogramma in cui la messa a fuoco riguarda sia il fondale che il primo piano:
III (dalla sezione Fons Sapientiae)
e viene aprile, crudele di vento
con tramonti di ombre sull’acqua
abitata solo da gabbiani –
le rondini ancora latitano
nella rinascita stentata –
le battaglie ribollono di nuovo
e ancora, senza memoria e
consapevolezza, follia crescente
ad ogni latitudine, barocco
tracollo della specie umana –
ma qui, a bordo fontana
solo piccole ondine regolari
che cullano uccelli e naufraghi
nel pomeriggio lungo
Se si è capaci di vedere contemporaneamente la sequenza sociale, politica, storica e la propria esistenza, si saranno presi con una sola fava due piccioni. Eccolo quel senso dell’apertura dei mondi possibili, con cui Tiziana Colusso ha saputo ampliare i nostri, mentre modificava il suo fino a sentirsi albero, seme, immersa senza alcuna distinzione nella natura. Il suo linguaggio, sempre più fluente e metamorfico nel prosieguo della raccolta, avvince il lettore con il suo ritmo incalzante e felice: l’immanenza sembra aver perso peso e il trascendente sembra aver acquistato un corpo. È questa è, in ogni caso, anche la descrizione di un mondo poetico!
AMANDA CARLONI (istruttrice di ZHINENG QI GONG, sinologa) 21 dicembre 2023
Ogni respiro un mondo, un testo poetico che fin dal titolo trasmette il ritmo del respiro primordiale e autentico, oltre le parole che lo veicolano.
Gli echi dei concetti della teoria e pratica del Zhineng Qigong che l’autrice studia con me da alcuni anni sono ben presenti e piacevolmente udibili tra le righe, negli spazi vuoti tra una parola e l’altra: vuoti di lettere e al contempo pieni di significativa riflessione.
Da leggere respirando quieti e assaporare in un secondo momento a occhi chiusi, ripetendo tra se parola dopo parola a percerpirne il movimento vitale oltre l’apparente stasi della parola scritta.
Contributo essenziale per imparare ad apprezzare quello che c’è, dalla presa di coscienza di quello che non c’è: che sempre più persone possano avviarsi verso stati di coscienza più sottili, aprendosi a nuovi orizzonti luminosi di vita, liberi di respirare a fondo.
MARGHERITA PARRELLI (poeta) email all’autrice
Cara TIziana, “espirando cadono gli aggettivi”, con il ritmo possente di un respiro ampio e profondo, trattenuto al fine di essere rilasciato con maggiore impeto e maggiore potenza, cadono i tuoi versi. Un flusso travolgente, ricco di immagini, gonfio di risonanze letterarie, di luoghi concreti che trasfiguri con il tuo sentire, ai quali rendi nuova vita.
Travolgi con la tua natura onnivora e scrivi versi che sono lo sgorgare di un’acqua spumenggiante, che va fermata, riletta per dissetare oltre la spuma.
Nel respiro, nella dissoluzione degli opposti, nella ricerca di una coscienza sottile ritrovo la tua via spirituale, il tuo essere permeata dal buddhismo, la tua ricerca di vivere a pieno l’esperienza spirituale.
Nel bisogno di capiere, studiare, sconfessare, protestare ritrovo il tuo bisogno di testimonianza, il tuo impegno civile, la passione che ti ho vista mettere in tutto quello che fai, da quando ti conosco.
Grazie per la fiducia nella mia capacità di leggerti. Un abbraccio Margherita
ANNAMARIA FERRAMOSCA – poeta. Nota di lettura pubblicata sul sito della rivista NUOVA EUTERPE, il 17 febbraio 2023, con il titolo Il respiro per scongiurare ogni deriva.
L’invito che Tiziana Colusso rivolge al lettore nella nota a fine libro è ineludibile: chi attraversa queste pagine di poesia e insieme di denso sapore sapienziale, non può esimersi dall’aggiungere il proprio respiro-mondo a quello ben più largo, cosmico e pure profondamente umano, che qui si svolge e fortemente coinvolge.
Il respiro a cui allude Tiziana si configura, nella sua visione di armonia universale, come un moto quantico sottile, un flusso di energia che abbraccia tempo e spazio, materia di anatomie viventi e materia -presunta inerte- dei quattro elementi aria-acqua-terra-fuoco, che abitano cieli laghi oceani crosta terrestre. Il respiro attraversa felicemente ogni molecola e corpo lungo la loro storia evolutiva, e ne trascina traccia ovunque, fondendo le dimensioni e infondendo la propria impronta in ogni entità. Come non scorgere in questa visione armonica del tutto, di certo di ispirazione orientale, anche il velo imprendibile della poesia, la sua limpida e onnicomprensiva dimensione dell’ascolto e dello sguardo! E’ questo costante ascolto che porta i poeti a percepire la musica cosmica, la bellezza e l’equilibrio capaci di illuminare ogni buio. Così Tiziana Colusso dice in poesia della voce di Joan Baez percepita come un”paradiso inarrivabile”, del sapore sacro di ogni emozione, chiedendosi perfino della possibilità di presentire future trasmutazioni in consistenze angeliche.
É il respiro, ancora, non è certamente un moto fisiologico, ma una spinta sublime, nel senso etimologico di sub limine, sotto la soglia comunemente percepibile, che accomuna oceani e continenti, umani in preghiera o in terrore, viventi che cantano o sognano. Così lungo i quanti del respiro la dimensione del sacro può riapparire nel ricordo del padre che recita preghiere in latino, o un sogno può far rivivere l’istinto di protezione della figlia verso la madre che, atterrita dalle onde è acquietata dal respiro.
Questa pratica del respiro-pensiero-vita, che penso sia quotidiano spazio contemplativo buddista di Tiziana, si rivela nella scena della visita al tempio tibetano sull’Amiata, soglia aperta da cui lei guarda l’universo, che le rende visibile in un filo di nebbia il canto di una cinciallegra, come lontana eco di un pianto trasmutato. La mente può, sembra dichiarare l’autrice, superare il tempo di ogni ferita, ogni urto, e ritornare libera nella luce, alla inesauribile promessa della vita.
E all’ascolto segue il suono, che segna incisivamente l’espressione del pensiero, facendosi grido potente di consonanze, come nell’achtung dato nel testo a pag.21, avvertimento a non soffermarsi sul ricordo di torti subiti, reali o presunti, ad avere invece il coraggio di sostare sull’essenza del nostro dentro, con i suoi vari nomi di mente/anima/coscienza, unica nostra persistente luce. E Tiziana dimostra la sua bella padronanza del ritmo, maneggiando con grande efficacia comunicativa la sonorità del lessico, come nel testo di pag.25, dove la soluzione essenziale del vivere non potrebbe essere detta se non in questo incisivo memorabile altro modo:
Ancora un nodo un nuovo torto
sul filo ritorto del divenire:
ci vuole senz’altro un altro modo
un nuovo mondo,
un tèlos tessuto
di consonanze
alleanze mute
Nella visione di un equilibrio universale non potevano certamente mancare le riflessioni accorate sulla violenza perpetrata al pianeta, terracqua violata che pure, materna, accoglierà nel ventre gli umani colpevoli dello scempio e della propria estinzione. Eppure Colusso crede ancora nella resipiscenza dell’umano, perchè spera nella creatura che non s’arrende (pag,30), come nella sua acuta sensibilità e costante inquietudine si autopercepisce. Cercare la quiete, trovare spazi di chiarezza e flashes di saggezza si può ancora, come nel suo saper sorridere sui bordi di ogni deserto-metafora, nel suo giocare il gioco delle parole (è il suo poiein!), nel mai disperare e sempre resistere.
Tutto il libro offre squarci sorprendenti, con versi che ci fanno basculare tra la tensione ferma a vigilare e proteggere il respiro del mondo, e la dimensione contemplativa pura, come nella bellissima scena dell’infante che segue le ombre fluttuanti sulla culla, immagine stupita di un nostro tempo originario, lontanissimo. E pure l’autrice dichiara, come contraddicendosi, di continuare a lasciarsi sommergere dalle voci vorticose del reale, che a volte le appaiono più dense e significative di ogni possibile poesia. Ma la contraddizione svanisce leggendo le ultime tre sezioni, dove la sua poesia assume una piega più disincantata sulla propria vicenda esistenziale. Nella sezione Fons Sapientiae vi è una sosta nel luogo dello studio giovanile, intorno alla Fontana della Minerva – Università degli Studi La Sapienza, dove l’autrice fa un bilancio del suo viaggio e delle sue aspirazioni, soffuso di nostalgia e percezione-accettazione del proprio destino. Nella sezione Alfabeti vegetali si prosegue affabulando un cammino assimilato all’incantevole percorso di un seme-infanzia vivida e incontaminata, che diviene macinato-maturità tormentata dalle sofferenze del mondo; un pane infine che potrebbe lievitare in sacrosanta pace, ma ne è impedito dalle ferite continuamente inferte all’equilibrio umano e planetario.
La poetessa offrequindi una commossa dichiarazione di gratitudine al mondio vegetale, dal seme che riesce a germogliare anche da una stretta fessura, all’albero che resta -nobile sentinella- la sola essenza autentica e generosa rimastaci accanto nel degradato ambiente urbano.
Per poi terminare il proprio canto che meravigliosamente si colora con insert di altre lingue, quasi in una preghiera accorata di comprensione e solidarietà globale, un respiro largo ancora, per scongiurare ogni deriva.
MARCO PALLADINI (marzo 2023, L’AGE D’OR, Diario d’autore)
Respirando ► Scrittrice eclettica, instancabile viaggiatrice, assidua praticante di Tai Chi Qi Gong, Tiziana Colusso ha da poco pubblicato un nuovo libro di poesia Ogni respiro un mondo (La Vita Felice, 2022). Chi ha praticato, come me, per qualche anno varie forme di yoga, sa perfettamente che il respiro, l’atto di inspirare ed espirare è uno dei centri o focus cruciali delle pratiche di meditazione orientale. Attraverso il respiro si attiva una energia interiore che ascende per i sette chakra e mette in connessione il corpo fisico con quello metafisico o corpo astrale che dir piaccia. Una interfaccia che lega pure il soggetto con il mondo esterno sino a dissolvere i confini tra l’identità del singolo e la totalità del caosmo e conduce a sintonizzarsi, appunto, con il respiro del globomondo.
Tutto ciò è evidentemente sotteso al dipanarsi dei versi del bel libro di Colusso: “ogni apertura d’ali un respiro / ogni respiro un mondo” … “… Respira / il sole da ogni poro aperto” … “a filo d’acqua il respiro anfibio” … “tra le parole – aria / le fa risuonare / le fa respirare / aria / inspirazione [ispirazione]” … “lo spazio interno / respira” … “… il respiro aperto / il soffio divino che crea emozioni” … “cosa più del respiro / è troppo a lungo mancato?” … “il respiro unisce i continenti –” … “respiro della meditazione / respiro della preghiera / respiro che lotta con gli incubi / seduti sul diaframma” … “troppo a lungo ho aspettato / il primo respiro / nell’aperto del mondo” … “sostenibile è una sosta: / proprio ora / proprio qui – a respirare” … “terracqua magica, tragica / di respiri…” … “Respire! Tu es vivant –” … “ritrovo il respiro, l’orgoglio / di sentinelle vegetali…” … “… si fa spazio al respiro / nel vuoto irriducibile che spartisce / gli elettroni…” … “a nuoto nel vuoto inspiro-espiro” … “con un brivido che scuote / il respiro verso sera”.
Laddove è strategico il respirare nel vuoto, che non è semplicemente il vuoto d’aria, ma è il vuoto-tutto, dunque la strategia che libera la nostra coscienza dal finito è, precisamente, il respirare infinito nell’infinito. I testi di Colusso, respirando, appaiono così il viatico a una finitudine/sfinitudine che transfinisce. Una poesia la sua tutt’altro che spiritualistica, ma che semmai dissolve il dualismo e conferma la sovrana, ontologica identità tra spirito e materia.